The
profile
Giornalista, l’autore di "Verses"
e di "Aphorisms" è anche
un incallito collezionista.
Filatelia, gioielli, figurine Liebig.
Sardo di Berchidda (miele e pesca nei
giorni lontani di un’infanzia anche più
lontana), Sanants ha fatto i primi passi
nel quotidiano di Cagliari "L’Unione Sarda"
(quando Mario Porro
era caporedattore e il segretario
di redazione era Gigi Pintor). Collaborava
al mattinale con qualche vecchio cronista
(Questura, ospedali, Tribunale…) per
cinquecento lire il giorno (due panini e mortadella).
Ma se avete quattordici anni (e ne dimostrate
venti) e avete un sogno in testa…
Poi a Sassari, alla "Nuova Sardegna"
di quel grande cronista che è stato Cesaraccio.
E a diciotto anni a Genova. La Genova di
allora, con Cornigliano impazzita di lavoro.
Piccole cose al "Secolo XIX", al "Corriere
Mercantile" e al "Cittadino"
che sarebbe stato poi la prima vittima
delle incontrollate ristrutturazioni della stampa
italiana agli esordi degli Anni Settanta.
Poi Milano (con Elio Vittorini alla Mondadori
e alla Einaudi, all’ "Italia" e al "Corriere Lombardo"
– che moriranno per dare
vita a "La Notte" di Nino Nutrizio – con
qualche escursione al "Corrierone" quando
c’era Eugenio Montale e al "Giorno" – e poi
ad "ABC" – di Gaetano Baldacci: un grande
creatore di giornali che morirà esule in
Libano), Bologna (al "Mulino"
di Gigi Pedrazzi, Giovanni Evangelista,
Giuseppe Lovato, Nicola Matteucci;
Zanichelli, Cappelli…)
E infine a Roma. Qui la storia prosegue,
tra carta stampata, radio e tv.
Poi il collezionismo. E il ritorno agli amori giovani:
poesie ed aforismi. E’ tutto. Per adesso…
LIEBIG STORY
Liebig (Justus von), chimico tedesco,
ha inventato l’estratto di carne. E la
carne, nel secolo scorso, la mangiavano solo
i ricchi. Liebig riuscì a "concentrarla"
mantenendone il sapore e le capacità nutritive.
L’estratto era venduto in barattoli
o in vasetti di vetro. In questo secolo, ma
soprattutto dagli Anni Cinquanta in poi, il
nome Liebig è associato ad una marca di
dadi di carne per brodo. Tuttavia, per quasi
un secolo, l’umanità si è nutrita – specialmente
nei paesi occidentali – con l’estratto di carne
Liebig.
Ma allora, nell’ ‘800, il problema era far sapere
ai consumatori che c’era nelle "pizzicherie" e
nelle "drogherie" un nuovo prodotto. E allora non
esistevano né radio né televisione.
Nacquero così le "figurine Liebig"
(1870), che vissero per 105 anni, uccise
dagli spot televisivi. Ma per oltre un
secolo le figurine Liebig raccontarono
storia e costumi dell’uomo, essendo allo
stesso tempo cinema e televisione.
Le figurine per pubblicizzare i prodotti
sono nate a Parigi con i grandi magazzini
"Louvre" (1855), "Au printemps" (1868),
"Au bon marchè" (1872), con la cioccolata
"Guerin-Boutron", "Suchard", "Tobler"
e gli estratti di carne "Cibilis" e "Kemmerich".
Ma le figurine che hanno avuto successo e che
durano nel tempo sono le "Liebig": oltre 11
mila figurine, suddivise in serie di 6 (ma ce
ne sono anche di 12 e di 18, anche se pochissime).
Perché tanto successo? Perché la compagnia Liebig
decise di non distribuire premi a chi le raccoglieva.
Il premio era proprio la figurina. Così la gente le
collezionò, senza restituirle alla fabbrica per avere
in regalo qualcos’altro. Questo fenomeno accadde
con le "figurine Perugina", notissime in Italia perché
a tutti mancava il "feroce Saladino". Ma pochi
conservarono l’album e quindi queste figurine non
poterono essere collezionate.
Il catalogo più noto, corredato oggi da più di 600
Illustrazioni è il "Sanguinetti", la famiglia milanese
che nel 1910 rilevò da Alberto Bolaffi. In assoluto,
il primo catalogo è stato quasi certamente "il Gamba"
(Genova, 1883); poi vennero il Bolaffi, lo Stoppani e
il Fada-Fumagalli(Milano).
Di catologhi Liebig ne esistono anche all'estero.
In Germania il Dresler e l'Arnold:in Belgio lo
Janssen, il Van der Awera e il Torteau.
Dobbiamo ai titolari del catalogo Sanguinetti (Oscar
e Orlando, padre e figlio) la reperibilità di queste notizie.
Un capitolo a parte merita il metodo di stampa delle figurine
Liebig, stampate in litografia. Il metodo, inventato alla fine
del ‘700, era lungo e richiedeva una pazienza più che
certosina. Testu et Massin, D. Hutinet, Champenoix
e Klingeberg sono state le litografie che hanno stampato
nel corso degli anni le figurine Liebig. A Justus von Liebig
sono dedicate università, cattedre e musei in tutto il mondo.
Sanant.